La relazione della Corte dei conti sui controlli sull’attuazione
PNRRIn ambito territoriale, le Regioni, i Comuni e le Unioni dei comuni sono i protagonisti principali dell’attuazione del PNRR, dovendo assolvere all’80 per cento del totale degli obiettivi territoriali; sia in termini di milestone che di target, sono le missioni 5 e 6 ad essere prioritariamente attuate a livello territoriale, a cui seguono la missione 2 e 1 (ad esempio realizzazione delle case di comunità, COT, centri per l’impiego, tasso di riciclaggio degli imballaggi, ecc.). Se si guarda alle misure attuate dalle Regioni (26), il peso delle procedure e degli amministrativi dei ministeri riguarda ben 40 milestone e target su complessivi 144; per i Comuni e le Unioni dei comuni tale peso è pari a 31 indicatori su 188 totali. E’ quanto emerge, tra l’altro, dalla corposa Relazione di avvio dell’attività di controllo sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, come previsto dall’art. 7, comma 7, del decreto-legge 77/2021, messa a punto dalla Corte dei conti.
Impegno degli Enti territoriali
Nella relazione si evidenzia come l’impegno delle Regioni e dei Comuni, in prevalenza relativo a target riferibili agli anni 2025 e 2026, si articoli in una serie di categorie tipologiche in cui prevalgono i quantitativi finali: interventi di valorizzazione dei parchi comunali, riqualificazione unità abitative, trasporto pubblico, piste ciclabili, rigenerazione urbana, efficientamento energetico dei Comuni, ecc. E anche per le milestone a carattere più operativo si osserva un particolare impegno degli Enti territoriali, soprattutto nel biennio 2022-2023 (avvio dei lavori, aggiudicazione di gare nei vari ambiti, quali ad esempio le mense scolastiche, ecc.). Dal punto di vista delle risorse economiche da gestire, nel caso del gruppo di enti attuatori territoriali, la presenza più massiccia è quella dei Comuni (36 miliardi), delle Amministrazioni regionali (17 miliardi), delle Università (8 miliardi) e, per importi minori, di Autorità portuali, enti parco, Enti di ricerca. Da sottolineare anche come i Comuni giochino un ruolo anche attraverso le “unioni”.
Risultati raggiunti
Passando ai risultati raggiunti, la Corte dei conti evidenzia come l’attuazione stia procedendo senza particolari ritardi: durante il secondo semestre 2021 sono stati conseguiti i primi 51 obiettivi concordati a livello europeo, come riconosciuto dalla stessa Commissione UE. I traguardi e gli obiettivi intermedi, a carattere interno, mostrano un tasso di realizzazione più basso (69%); tuttavia, in alcuni casi, il loro conseguimento può ritenersi assorbito nel raggiungimento del correlato traguardo europeo. Nel semestre in corso, ricorda la magistratura contabile, l’avanzamento del Piano impone ulteriori 45 obiettivi europei (6 dei quali risultano già conseguiti), cui si aggiungono 70 obiettivi intermedi nazionali e ulteriori 55 legati ai progetti finanziati con il Fondo complementare.
Le riforme di interesse degli Enti territoriali
La Corte sottolinea come siano fondamentali strutture amministrative adeguate, una elevata capacità progettuale in grado di assistere e guidare i soggetti attuatori, un efficace coordinamento tra livelli di governo e un quadro regolamentare chiaro, efficace e snello. Ma rileva che “su tali fronti, pur registrandosi segnali positivi, persistono lentezze nell’attuazione”. Circa le riforme legate al PNRR di maggiore interesse per gli enti locali, il processo di aggiornamento della normativa degli appalti “si sta svolgendo nei tempi previsti e sono consistenti anche i progressi maturati nel campo delle misure di semplificazione”. Ci si è mossi con decisione per il rafforzamento della capacità amministrativa attraverso i piani di assunzione specificamente previsti dal D.L. n. 80/2021. Più lenta è invece l’implementazione - all’interno delle singole amministrazioni responsabili - delle strutture tecniche di coordinamento delle attività del PNRR. Le dotazioni organiche delle strutture, soprattutto in relazione ai profili dirigenziali, sono ancora sguarnite e limitata è la disponibilità di strutture tecniche a sostegno delle capacità progettuali delle amministrazioni territoriali, “capacità, quest’ultima”, osserva la Corte, “non surrogabile, pena la perdita dei fondi o la necessità di riprogrammare gli interventi, con il ricorso a quote di riserva.
Necessità di supporto tecnico
Difficoltà, peraltro, che - nel caso degli enti territoriali e, in particolare, di quelli del Mezzogiorno - sono accentuate dal grado di concentrazione temporale dei bandi di selezione dei progetti e di assegnazione delle risorse (in particolare a partire da dicembre 2021) con intervalli di partecipazione particolarmente stringenti (in media circa due mesi)”. La magistratura contabile ritiene fondamentale che l’ampia gamma di strumenti di assistenza tecnica e di rafforzamento della capacità tecnico-amministrativa delle realtà territoriali sia prontamente disponibile e plaude alla recente istituzione, da parte della Ragioneria generale dello Stato, di uno specifico tavolo tecnico di coordinamento, proprio dedicato alle azioni di assistenza tecnica.
La Posta del Sindaco
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